Gli Optional
A.A.A.Altri articoli di produzione propria

TESTATA:
Repubblica
DATA:
3/8/1997
PAGINA:
19
SEZIONE:
CRONACA
OCCHIELLO:
ARTE I TESORI CONTESI. Polemiche dopo i recuperi di Ballard. I
nostri esperti: 'Siamo diventati il self service del Mediterraneo'


TITOLO:
'FERMATE GLI INDIANA JONES PREDATORI DELL' ARTE SOMMERSA'

SOMMARIO:
'Sono altre le rotte dei veri Cacciatori di tesori'

AUTORE:
Sergio Frau
TESTO:
STEFANO Di Caro, del Museo archeologico di Napoli: "Ci mancavano
solo gli effetti speciali alla Indiana Jones di Robert
Ballard...Una cosa però gliela invidio: quelle sue tecnologie
miliardarie. Noi qui, ormai, non abbiamo neppure gli occhi per
piangere". E Luigi Fozzati docente di Archeologia subacquea a
Venezia: "In Italia ci sono 50 bravissimi archeosub. Solo che il
90 per cento è disoccupato da anni.
Per un paese che ha 8600 chilometri di coste niente male, no?
Stiamo rischiando che la criminalità sia meglio equipaggiata di
noi". Ed Elena Lattanzi, Soprintendente della Calabria, fa i conti
con la realtà: "L' ultima finanziaria ha tagliato la metà dei
fondi per ricerche, scavi e restauri: ora i soldi non ci bastano
più neppure per il telefono e la benzina". E, ancora, Fozzati:
"Non siamo stati neppure capaci di copiare da Grecia e Turchia
quelle loro leggi fabbricate apposta per proteggere i fondali: lì
chi si immerge con le bombole viene immediatamente fermato. Noi,
in compenso, siamo diventati il self service del Mediterraneo:
chiunque arrivi non può immergersi, prendere quel che gli aggrada
e ripartirsene senza problemi. I rischi? Minimi, ovviamente". E
sì, sull' Avventura Ballard i commenti a caldo di chi in Italia si
occupa di archeologia, sono striati di un' ironia talmente amara
che finiscono per stringere il cuore. Cosa, quanto e con che
diritto l' équipe statunitense diretta da Ballard abbia portato
via da quella nostra rotta con il Nord Africa - fuori dalle acque
territoriali certo, ma pur sempre all' interno della fascia di
rispetto per i Beni culturali concordata anni fa nel diritto
internazionale, dalla Convenzione di Montego Bay - è ancora tutto
da appurare ma ognuno degli intervistati porta con passione dati,
cifre, cronache per far capire che i problemi per l' archeologia,
subacquea e no, qui da noi sono diventati davvero troppi. Spiega
il professor Pozzati che, è anche direttore del nucleo di
archeologia subacquea in Veneto per conto del ministero dei Beni
culturali: "Certo le tecnologie di Mister Ballard & C. ci
farebbero un gran comodo: finalmente saremmo in grado almeno di
sapere tutto quello che ogni giorno ci viene rubato. Già ora
conosciamo l' ubicazione esatta di centinaia di scafi sommersi,
spesso ancora pieni del loro carico che potrebbe raccontarci
moltissimo. Ma tanto, poi, i soldi per il recupero e il restauro -
almeno un miliardo per relitto - sappiamo già che non arrivano.
Così...". Così, l' unica è ingoiare amaro, incrociare le dita e
sperare che i predatori dell' arte sommersa non li trovino. "Ma
volete mettere le soddisfazioni che ai ladri danno le tombe...?"
dice con sarcasmo Stefano Di Caro "Non a caso la camorra ha creato
vere e proprie squadracce con tanto di metaldetector e bulldozer
che di notte vanno a caccia solo di oro, argento e grandi vasi
istoriati: tutto il resto lo distruggono.
Migliaia e migliaia di tombe se ne vanno così". E aggiunge, con
rabbia: "Del resto anche quando se ne arresta uno, la mattina dopo
si sa è di nuovo libero. Servono nuove leggi!". Stesse lievissime
pene per chi si serve in mare. Non è questo il caso di Ballard &
C. per cui- c' è da giurarci- si aprirà un lungo, arzigogolato
contenzioso, di diritto internazionale: da tempo, infatti, esiste
un' intesa tra gli Stati che dilata i confini marittimi quando in
ballo ci sono reperti sommersi a rischio. E, comunque, sono ben
altre le rotte che i veri Cacciatori di Tesori sommersi battono.
Franck Goddio, per esempio, che prima di frugare il porto di
Alessandria d' Egitto a caccia del Palazzo di Cleopatra, aveva
recuperato il Galeone San Diego, nella baia di Manila. E ci si è
fatto ricco con una mostra giramondo e biglietti a non finire. E
c' è quel Mel Fisher- qui un pirata, in America un mito- che nel
1971 mise le mani sullo scafo tutto incrostato della Nuestra
Senora de Atocha, affondata nel 1622 in vista della Florida: 300
milioni di dollari il prezzo attuale di ciò che la sua stiva
trasportava. O anche Juan Manuel Gracia Menocal, personaggio quasi
leggendario che è da tempo - per conto del governo di Madrid -
sulle tracce di 300 velieri spagnoli affondati al largo dell'
Andalusia tra il Cinque e l' Ottocento. A tracciargli la mappa del
tesoro - perchè di un tesoro in oro e argento del valore di 60
mila miliardi di lire si tratterebbe - è stato un triestino,
Claudio Bonifacio, che si è spulciato con passione i documenti
Arrivi & Partenze dell' Archivio delle Indie, a Siviglia,
memorizzando per bene tutti i carichi mai arrivati in porto come
quello del San Roque, la sua passione, inghiottito dal Mar dei
Caraibi in tempesta vicino all' Honduras nel 1606 con 180 casse di
monete d' oro, 120 barre d' argento, altre dieci lamine d' oro
purissimo pesante ognuna 46 chili... Per la verità anche all'
Italia sorprese del genere farebbero comodo assai: nel Libro
Bianco che il Tci ha appena dedicato ai Beni archeologici in
Italia - senza però parlare di archeologia subacquea - si legge
non solo che "dei 600 musei archeologici italiani più della metà
sono attualmente chiusi", e che "un milione 613 mila 988 nostri
beni preistorici e archeologici sono esposti al pubblico, ma che
altri sette milioni e mezzo sono seppelliti nei magazzini", ma
anche che "nel quinquennio '92-' 96 sono stati 131 mila i reperti
di provenienza furtiva recuperati dai carabinieri" e che c' è,
quindi, da rabbrividire a pensare quanta roba se ne è andata per
sempre, nel mercato clandestino che in Italia smuove, minimo
minimo, 300 miliardi l' anno... Grottesco, certo, ma non è tutto.
Claudio Mocchegiani Carpano che per conto dei Beni culturali
dirige la sezione archeologia subacquea, ne racconta un' altra:
"L' assurdo è che l' équipe Ballard ha intenzione di perlustrare
una zona dove io, un rappresentante dello Stato italiano per
questo problema, non posso intervenire. L' unica nostra speranza,
a questo punto, sono i carabinieri. Con la spedizione Ballard
siamo fuori da ogni galateo scientifico".
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