Gli Optional
A.A.A.Altri articoli di produzione propria

TESTATA:
REPUBBLICA
DATA:
10/01/2000
PAGINA:
34
SEZIONE:
CULTURA
OCCHIELLO:
Mostre in Italia e all' estero. Si comincia a Roma, al Museo delle
Terme, giovedì 13
TITOLO:
Sanniti, Piceni, Etruschi album di famiglia dell' Italia
AUTORE:
di SERGIO FRAU
TESTO:
Roma Una corsa. Una vera e propria corsa, tutt' insieme, a
riscoprire - e rispolverare, e restaurare, ed esporre - i reperti
di quelle radici culturali che la Grande Roma trionfante estirpò,
nascose, sopraffece. Così le Marche mandano in tournée a
Francoforte una portentosa mostra sui loro Piceni (finora
bistrattati assai). E Palazzo Grassi ha già cominciato a lustrare
i bronzi e i buccheri degli Etruschi per la sua kermesse d'
autunno. E la Giunta del Friuli-Venezia Giulia (un centrodestra
appoggiato forte al Carroccio) ha appena stanziato cinque miliardi
per valorizzare il suo passato remoto celtico (attirandosi
critiche e mugugni da parte di tutti coloro che vorrebbero
trattati con par condicio anche Unni, Romani, Visigoti, Longobardi
& C.) che in zona - nei secoli - han fatto da protagonisti. E da
Lecce, edita da Argo, arriva fresca di stampa una preziosa
monografia (Lontano nel tempo di Elettra Ingravallo) a raccontar
per bene la preistoria del Salento e far capire che anche lì non è
solo Magna Grecia. E, a sorpresa, anche Roma si piega, di nuovo,
davanti ai Sanniti e ai loro capolavori che - spediti nella
Capitale da Napoli, Avellino, da Capua, Benevento, dal Molise -
dal 13 in poi si faranno ammirare nelle sale adiacenti al Museo
delle Terme, proprio davanti a Termini. "Noiosi, noiosissimi
Sanniti..." si è detto, sbagliando, per anni. Non ci fosse stato,
nel 321 a.C., quello smacco all' invincibile armata romana
costretta a strisciare sotto le loro picche, alle Forche Caudine,
dei Sanniti in Italia non si sarebbe quasi nemmeno più parlato.
Del resto persino così - con un fior di vittoria come quella - di
questo popolo ricco che ai tempi suoi occupava ben saldo una gran
fetta d' Italia (da Capua al Molise, al grano della Puglia) per
gran parte del secolo scorso, il Novecento, si è ragionato poco e
male. E si è scavato ancor peggio. E sì che a fine ' 800, invece,
uno via l' altro erano riaffiorati loro insediamenti di grande
fascino - uno per tutti: il Santuario di Pietrabbondante - che li
facevano intuire protagonisti di storie importanti e di grande
arte, in contemporanea con Roma. Persino i reperti della loro
civiltà appena disseppelliti finivano spesso per sparire sepolti
di nuovo, ma nei depositi, da dove adesso son stati recuperati: il
70 per cento della mostra è costituito, infatti, da materiali
normalmente invisibili dal pubblico. Con il 2000, ora, si cambia!
Anche per i Sanniti è il momento della riscossa: sono arrivati a
occupare Roma con una mostra che sorprende talmente abbondante,
stupefacente ed inedito, è il materiale esposto: terrecotte
semplici e possenti, bronzo lavorato ad armature, a elmi, a daghe,
e ceselli leggeri, e statue mai viste, e totem di legno bruno che
sembra roba dogon, e gioielli, e argenti sbalzati, e vasi attici
di quelli raffinatissimi da tombe ricche, e vasi italioti che gli
assomigliano ma con qualche stupenda volgarità in più. "E sì: più
li conosci, più li ami, più vorresti conoscerli" dice entusiasta
Leila Nista della Soprintendenza di Roma, curatrice per mandato di
Adriano La Regina di questa esposizione che apre l' anno. Lei per
allestirla e farla venir su bene le ha dedicato anche le feste.
Ora che tutto è pronto ne parla, entusiasta: "Quel che appare
sempre più chiaramente, ormai, è che la loro - fino al 290 a.C.
quando Roma riuscì a sconfiggerli - è stata davvero una grande
civiltà: come quelle etnie fossero legate tra loro - se in
confederazione fissa, o da patti di difesa reciproca - non lo
sappiamo ancora. Certo, però, che già nel 400 a.C. si deve essere
creata tra loro - Carricini, Pentri, Caudini, Irpini, forse i
Frentani - un' identità culturale, una solidarietà forte in grado,
più avanti, di farli resistere a Roma per oltre mezzo secolo. La
mostra proprio questo vuol raccontare: dalle primissime
testimonianze di quella loro civiltà fino alle stragi di Silla,
alle sopravvivenze artistiche, all' ordine romano, definitivo".
Inaugurazione il 13. Il 14, in contemporanea con l' apertura al
pubblico della mostra, al palazzo bello dei Lincei, alla Lungara,
una parata di accademici superstar (da Ignazio Baldelli a Giovanni
Lilliu, a Vincenzo Tusa, ad Angelo Falzea) terrà a battesimo il
volume Storia degli Italiani dalle origini all' età di Augusto
(Bardi ed.), ultima fatica postuma di quel grande ricercatore che
fu Sabatino Moscati. Di fatto un poderoso album di famiglia dell'
Italia, quasi l' albero genealogico (e archeologico) di tutte le
diversità che ci compongono. Sarebbe bello che in quell'
occasione, ex cathedra, partisse un appello a favore dei Sanniti:
che quei loro tesori in mostra a Roma tornino giù ai loro musei ma
per essere esposti degnamente e non per finire di nuovo in casse e
depositi.
DIDASCALIA:
Una tomba dipinta con la raffigurazione di un cavaliere
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