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TESTATA:
REPUBBLICA
DATA:
08/03/1998
PAGINA:
24
SEZIONE:
CRONACA
OCCHIELLO:
Ecco l' Italia delle meraviglie sommerse
TITOLO:
"Con i cacciamine a cercare antichi tesori" La mappa dei
"gioielli"
SOMMARIO:
Dopo l' annuncio di Veltroni, parla Mocheggiani, responsabile
dell' archeologia subacquea del ministero
AUTORE:
di SERGIO FRAU
TESTO:
ROMA - Claudio Mocheggiani Carpano non vede l' ora di salpare. Il
suo ministro, Walter Veltroni, ha dichiarato aperte ufficialmente
le grandi manovre sottomarine: la caccia ai tesori sommersi.
"Useremo i cacciamine come caccia-statue" ha titolato ieri
(durante una visita lampo al parco archeologico della villa di
Nerone, ad Anzio) quel che aveva promesso l' altro ieri davanti al
bronzo bello che il mare di Mazara ha appena restituito. Ha detto:
"La Marina Militare ci metterà a disposizione una flottiglia
dotata di grande tecnologia per perlustrare i fondali di alta
quota... Una nave, la Anteo, attrezzata per l' assistenza ai
sommergibili disastrati, sta per partire per la sua prima
ricognizione nel canale di Sicilia...". Figurarsi Mocheggiani che
da un quarto di secolo - da quando, a 30 anni, lo convinsero a
immergersi la prima volta - aspettava che un ministro dei Beni
culturali pronunciasse parole così. Ora che, finalmente, succede,
è pronto, prontissimo... a lui che dirige lo Stas (servizio
tecnico per l' archeologia subacquea), l' arrivo di questa
flottiglia militare, alleata nelle ricerche, apre nuovi mondi: "Il
mare, a grandi profondità, sotto i 500 metri, conserva tutto
benissimo: l' acqua è meno salata, le onde che più in alto
distruggono là sotto non arrivano proprio. E non penetra neppure
la luce, né il caldo, altre due cose dannosissime per i reperti
antichi. A Ustica - quando sono state fatte le ricerche per l'
aereo abbattuto - a 3.200 metri di profondità, trovarono anche
centinaia di anfore in condizioni perfette. Poter disporre da un
momento all' altro di quei loro mezzi per esplorare i nostri
abissi è un sogno che si fa realtà". La realtà ha nomi strani: lo
scansonar, gli ecoscandagli, il magnetometro a protoni, il
subotton profiling, il R.O.V. un microsommergibile grande come una
Cinquecento con eliche verticali e orizzontali, telecamere,
braccetti meccanici. Mocheggiani ne parla con affetto, come
fossero amici cari. Sono invece gli strumenti che la Anteo e la
sua gemella Proteo (per ora in cantiere a farsi bella, ma anch'
essa disponibile per le richerche) hanno. Tutte insieme queste
tecnologie permettono di conoscere metro per metro - attraverso
radiografie del sommerso, onde che rimbalzano nette sul bronzo e
meno sul marmo, fotografie della sabbia con tutti i suoi
chiaroscuri - quel che il mare d' Italia custodisce. "L' abbiamo
sperimentata più di una volta quell' emozione: quando, d'
improvviso, i segnali che tornano sugli schermi della nave ti
disegnano una forma ellissoidale, chiarissima sul resto della
sabbia. Si può essere certi allora che di un relitto si tratta.
Sarà così che, man mano, potremo censire il nostro mare e i suoi
tesori. Di molti sappiamo già la collocazione. Molti altri, quelle
delle profondità maggiori, li troveremo d' ora in poi". La mappa
delle rotte da esplorare (e delle sorprese possibili) Mocheggiani
la traccerà con le sovrintendenze d' Italia che, dal ' 97, si sono
date piccoli nuclei per l' archeologia sottomarina: "Siamo una
rete di veri appassionati, convinti che le acque d' Italia
nascondano tante meraviglie archeologiche quante ce ne sono sotto
terra. Non c' è litorale che non inviti a indagare. Certo, che le
rotte principali portassero a Roma e Pozzuoli si sa... Ma non
tutti sanno che al largo di Sassari sono stati individuati
vascelli del 1500 con armi e carico merci, o che nello stagnone di
Mozia hanno trovato una nave punica con tanto di rostri che ora fa
più bello il museo di Trapani, o che il mare di Grado ha
restituito un relitto portentoso che gareggia con un altro di
Albenga (40 metri sott' acqua) un colosso che portava da solo
diecimila anfore. E Ponza e Ventotene, poi, che con le loro
residenze imperiali obbligavano statue e mobili a imbarcarsi e
talvolta finire ai pesci...". La sua Italia delle meraviglie
sommerse è già individuata e non finisce mai: le due teste di
bronzo di Porticello, il tesoro recuperato a Brindisi nel ' 92, i
sarcofagi grezzi (ancora da ultimare con le facce e le storie dei
futuri abitanti) trovati nello Jonio che faranno da parco
sottomarino lì. E le colonne nel mare di Ostia... e i fiumi, come
il Tevere mai perlustrato davvero... o il Garda dove arrivò - via
Adige, scavalcando le montagne - una galea veneziana... o le
palafitte dei laghi come a Bolsena e Bracciano che raccontano,
quasi in diretta, la vita nell' età del bronzo... o anche Baia la
bella, la Pompei sommersa, dove decine di ettari di strade,
edifici, mosaici, ninfei spesso quasi intatti aspettano solo di
essere valorizzati come meritano. L' unica volta che si perlustrò
il suo fondale, dieci anni fa, in soli cento metri quadri vennero
trovate una decina di splendide statue della famiglia di Augusto.
DIDASCALIA:
Nella cartina accanto, sono indicati i principali ritrovamenti
subacquei e le zone di maggior interesse archeologico Molte delle
località italiane segnalate non sono ancora state
sufficientemente esplorate: i Beni culturali hanno però annunciato
che verranno impiegati i mezzi della Marina Militare, perfino i
cacciamine, per trovare i tesori sommersi. A destra, la statua di
bronzo rinvenuta a Mazara del Vallo che forse raffigura Eolo
Walter Veltroni
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