Gli Optional
A.A.A.Altri articoli di produzione propria
TESTATA:
REPUBBLICA
DATA:
5/9/1999
PAGINA:
26
SEZIONE:
CRONACA
OCCHIELLO:
ALBUM MEDITERRANEO - INCHIESTA/ 8
L' Unesco farà della città siciliana la sede del
centro studi sul
"Mediterraneo degli schiavi"
TITOLO:
Palermo, capitale meticcia di schiavi e di santi neri
SOMMARIO:
San Benedetto, santo africano portato in processione con santa
Rosalia, ha fatto il "miracolo". Ecco la cronaca di
un' operazione
culturale che riscopre lo straordinario mix etnico della Sicilia.
Anche nei nostri mari si intrecciarono le rotte dello schiavismo,
dai luoghi di saccheggio dell' Africa a quelli dello smercio,
fin
su alle cabine di regìa di Marsiglia, Amsterdam, Liverpool.
Nella
città normanna, tra il 1072 e il 1198, l' imperatore
finiva per
essere prigioniero dei suoi coltissimi schiavi. Nei primi 20
anni
del '500 l' Inquisizione cancellò la cultura ebraica
da un' isola
dove il 5 per cento degli abitanti erano ebrei
AUTORE:
di SERGIO FRAU
TESTO:
PALERMO - Che notte, quella notte! La notte di santa Rosalia,
il
festino del 14 luglio, due mesi fa. Subito dietro al carro loro
sei, neri come l' ebano, il sindaco Orlando, e poi tutti gli
altri, quelli importanti, che alla processione di festa ci sono
sempre. Dietro, mezza città. Su tutti, Santa Rosalia.
E intorno,
Palermo. In festa. A colori, di facce stipate tutte insieme
a
guardare cento e cento ballerine di Savary, metà in bianco
e metà
in nero. E la musica, poi... Assaliva da tutte le parti. Non
si
capiva nemmeno come quella banda, da sola, potesse fare tutta
quella musica. E sparate di luci; e i monumenti belli illuminati
a
giorno; e il cielo lì sopra, con la pioggia di fuochi
che filano
colori o si frantumano a far cupola in aria e solletico agli
occhi... Che giorni, quei tre giorni a Palermo, con San Benedetto
il Moro... Leoluca Orlando ancora non lo sa: ma il suo San
Benedetto, con l' aiuto della santuzza Rosalia, ha poi fatto
uno
dei due miracoli che lui gli aveva chiesto. Per il primo - lo
scranno di parlamentare europeo - neppure un santo potente come
Benedetto - che nel ' 500 ridava la vista ai ciechi, faceva
camminare paralitici, sanava i sifilitici - ce l' ha fatta.
Ma per
l' altro prodigio, quel francescano sempre allegro nato in Sicilia
da schiavi neri (di fatto un Padre Pio d' antan, ma nero) ha
funzionato davvero. La notizia della grazia ricevuta arriva
da
Parigi: a parlare ex cathedra da responsabile del Dipartimento
itinerari interculturali Unesco, è Doudou Diène,
un manager
visionario che nell' 86 si rese conto che il Listone del
Patrimonio Mondiale dell' Umanità - flashando qua e là
sulle
meraviglie del mondo - da solo non bastava a raccontare il
percorso delle etnie e delle idee e di come poi si fossero
incontrate, accoppiate, ingravidate tra loro, lungo i secoli.
Così, dopo un viaggio Istanbul-Pechino, Diène
restaurò prima la
memoria, poi storia e meraviglie, di quella "Via della
Seta" che
rischiava di svanire per diventare solo ricordo o leggenda.
Fu un
successo. Altri itinerari seguirono. Quattr' anni fa quello
sulle
"Vie dello Schiavismo" che lega insieme i luoghi di
produzione dei
neri da soma (più o meno l' intera Africa), a quelli
dello
smercio, fin su alle cabine di regia degli armatori di Nantes,
Liverpool, Marsiglia, Amsterdam. Ma siccome di schiavi ne girarono
assai anche nel Mare Nostro, a Diène serviva una base
mediterranea
per far da centro agli studi sulla tratta nostrana che, via
via,
vede protagonisti o comprimari arabi, veneziani, genovesi, pisani,
catalani (i più professionali), turchi, e più
avanti - in nome di
dio, con re e vicerè - gli spagnoli di Sicilia, i Borbone
di
Napoli. Una sede Unesco significa anche convegni, finanziamenti,
iniziative, alberghi pieni... E gli avevano già dimostrato
di aver
venduto schiavi (di produzione propria o catturati nel cuore
dell'
Africa) Tunisi, Algeri, Orano, Antiochia, Famagosta, Istanbul,
Atene, Damasco, Alessandria e il Cairo la cui specialità
era di
fornirli già belli e castrati, ma anche Napoli, Agrigento,
Siracusa... Palermo ha, in più, San Benedetto: un francescano
nero
mica ce l' hanno tutti... Orlando l' aveva capito già
tre anni fa:
ne fece un simbolo, ci puntò su dei soldi, gli fece dire,
grosso
modo: "Stessa faccia, stessa razza: razza umana".
E continua a
ricandidarlo a co-protettore di Palermo al fianco di Rosalia
che
lo detronizzò nel Seicento a furor di gesuiti. Così,
poi, nei
giorni del festino, Benedetto si è sdebitato. L' annuncio
che
viene da Parigi, lo affida a "Repubblica" proprio
Doudou Diène:
"Abbiamo deciso: sarà a Palermo il nostro bureau
di studi per il
"Mediterraneo degli Schiavi". In primavera ci sarà
l' annuncio
ufficiale con un convegno di storici di tutti i paesi. Non solo:
li aiuteremo a organizzare un festival interetnico da fare lì
ogni
anno, magari per Carnevale, che sia scambio di cultura, esperienze
e divertimento. E in più ci sarà, presso l' Università
di Palermo,
una cattedra Unesco sui santi neri e il terminale delle ricerche
sullo schiavismo mediterraneo che, d' ora in poi, verranno fatte.
E chissà se, un giorno, non si riuscirà a riportare
in Africa il
corpo di Benedetto...". Proprio per il santo schiavo Diène
era
arrivato da Parigi con quegli altri sei ospiti d' eccezione:
il
ministro della cultura del Ghana Nana Hakuoku Sarpong, l'
ambasciatore di Haiti all' Unesco, quello del Senegal, l' altro
della Costa d' Avorio, quello del Gabon, Etzer Charles per
Haiti... Tutti coinvolti, già, in quel programma kolossal
sull'
Olocausto dei Neri che Diène sta portando avanti. Tutti
vaccinati
per resistere alle malie del folklore. Diène, poi, conosce
la
Santeria di Cuba, sa i carnevali del Condomblè, e giù
in Senegal,
a casa sua, musica e feste le sanno fare davvero. E Sarpong,
allora? In Ghana c' è ancora - quasi Stato nello Stato
- il Re
degli Ashanti, e quando esce in portantina lui, tutto coperto
di
ricami scintilanti di rossi e gialli e aranci, e laminato d'
oro,
altro che il papa di adesso. No: gli effetti speciali di Santa
Rosalia, da soli, non sarebbero bastati. Una vergine da portare
in
processione ce l' ha tutto il Mediterraneo. Il miracolo vero
è di
Benedetto e di chi, in quei giorni, gli ha prestato la voce.
Giovanna Fiume, soprattutto, la storica che sul Santo e sulla
Sicilia che fa sorprese, ormai, la sa davvero lunga. Prima
sorpresa, proprio, San Benedetto: santo a furor di popolo, tanto
che il certificato dal Vaticano, arrivò solo nel 1807,
un paio di
secoli dopo la morte. La sua morte? Altra sorpresa: mentre spira
nel 1589 ad accoglierlo in cielo Benedetto chi trova? Antonino
da
Noto, un altro beato nero che più nero non si può.
Santi neri? In
Sicilia ce n' è un piccolo, affollato, pantheon: Antonino,
San
Calogero eremita, San Cono abate, Maria santissima del Tindari...
Ma, di tutti loro, solo San Benedetto ha varcato l' Oceano:
lo
imbarcarono i francescani all' assalto del nuovo mondo per
convertire i neri quando, dopo averne posseduti a lungo,
cominciarono a battezzarli. Così, chiese di San Benito
(il suo
nome da viaggio), sono a Lisbona, Los Angeles, in Argentina,
a
Cuba, a Rio... E c' è anche lui tra i mille santi pazzi
dell'
umbanda brasiliana. E i racconti fitti fitti della Fiume, in
quei
giorni, ritmavano gli incontri fitti fitti di Diéne &
C. con la
Palermo delle meraviglie: il Massimo, il Barocco, la città
araba
delle cupole rosse e degli archi spezzati, ma che poi l' han
costruita i Normanni, che però poi a corte parlavano
greco e
francese e arabo, e che i loro uomini di fiducia erano tutti
schiavi, coltissimi schiavi castrati, tirati su da ragazzini
per
servire al meglio il loro signore e togliersi tutti gli altri
grilli per la testa. Al convegno di primavera, se arriverà
da
Parigi anche il professor Henry Bresc, se ne sentiranno delle
belle: sa farti capire, persino al telefono, la strana ragnatela
che irretiva i signori di allora, nel periodo normanno tra il
1072
e 1198, quando spesso "l' imperatore finiva per essere
schiavo dei
suoi schiavi, avendo delegato a loro non solo la cura dell'
harem,
ma anche degli uffici, della polizia politica, dell' esercito,
la
direzione degli atelier. Schiavi sì, ma potentissimi".
E via, di
nuovo, in giro per la città, con Palermo a far loro,
stupefatti,
sorprese meticce: la Zisa (da "Al Aziz", la splendida);
San
Cataldo delle Cupole per parlare dei Fatimidi che costruivano
qui
mentre facevano bello anche Il Cairo; la Kalsa (da "Al
Alisah", la
migliore) dove, agli inizi del ' 500, 12 abitanti su 100 erano
schiavi; e il "Quartiere degli Schiavoni", poi, di
là dal
Papireto; e Monreale che non sai più dove sei: se a Bisanzio,
per
tutti quei mosaici, o in paradiso, per il giardino, ché
giardino
in persiano, secondo i greci, si diceva "paradejsos".
Non riesci
neppure a gustarti un dolce senza sentire in bocca sapore d'
Oriente... E le presentazioni, poi... Ogni stretta di mano una
storia possibile: Zappalà, Cassarà, Barillà,
Crucillà... tutti
cognomi arabi; Mauro, Mauri, Di Mauro, Franco, Averna, Nigro...
tutti cognomi di schiavi affrancati, almeno qui; Amato, Bongiorno,
Presti, Lo Presti, Romano, Falcone, Salemi, Rizzo... tutti cognomi
di ebrei convertiti a forza, in massa, nel 1492 e perseguitati
nei
primi 20 anni del ' 500 quando la ruota spagnola della
Inquisizione si mise a girare a tutto spiano, stritolandoli.
"O ti
convertivi o, entro un mese, svendevi tutto e te ne andavi"
racconta il professor Paolo Viola. "E guai a fingere! I
prelati
dell' Inquisizione erano veri segugi: impossibile per un ebreo
continuare a essere ebreo. In Sicilia - che aveva centri come
Mazara o Salemi, dove gli ebrei erano il 50 per cento degli
abitanti; il 10 per cento a Palermo; il 5 nel resto dell' isola
-
l' Inquisizione riuscì dove Hitler ha fallito: cancellò
la cultura
ebraica". Giri un angolo e ti esplode negli occhi, gigantesca,
bionda, la Cattedrale. Altra giravolta e sei nel quartiere di
"Acqua dei Corsari". Quanti barili riempirono, qui,
le ciurme
della "guerra di corsa", il "mordi e fuggi"
che sbranò via pezzi
di costa a tutto il Mediterraneo. Era un "tutti contro
tutti": la
gente si vendeva bene ovunque. (Viola: "A fine ' 500 le
nuove
galere, con quel loro remo lungo e faticoso, richiedevano
personale scelto, forte, e ricambi continui: uno schiavo si
pagava
per durare cinque anni, non sopravvivevano di più. E
schiavi nei
campi, bestie con le bestie; e nelle case a fare servizi; e
nelle
solfatare; e nelle saline... E la gente di Ustica, poi: chi
passava se li prendeva via"). La moda di razziare persone
pronti,
però, a restituirle su riscatto arriva solo più
in là: oro, tanto
oro elemosinato apposta, e trattative interminabili per farsi
restituire da quelli della Barberia, villaggi interi. Il periodo
arabo della Sicilia era cominciato proprio così, con
razzie d'
assaggio qui e in Sardegna: un radicamento che fece poi struggere
gli arabi per generazioni. Esule, Ibn Hamdis scrive, nella seconda
metà del Mille: "Ricordo la Sicilia. E il dolore
ne suscita nell'
anima il ricordo. Luogo di giovanili pazzie, ora deserto...
Se
sono stato cacciato da un paradiso come posso io parlarne? Se
non
fossero tanto amare le mie lacrime, le crederei fiumi di quel
giardino". Era casa loro, ormai, quella Sicilia riempita
da
musulmani, arabi e berberi soprattutto. A Palermo, nel 948,
c'
erano 500 moschee... E via via che i racconti tiravano altri
racconti e altre genti, monsieur Diène si convinceva
sempre più
che era davvero questa la città-crocevia da piazzare
a far da
cuore al Mediterraneo, lì dov' era sempre stata - porto
franco tra
Islam di Allah, il Cristo dei papi e quello dei patriarchi -
per
lanciare tutt' intorno ganci di pace e frugare nel passato in
modo
da ricostruire, anche qui, quel capitolo quasi cancellato dalla
storia. L' avventura comincia solo ora.
DIDASCALIA:
A furor di popolo/ San Benedetto il Moro francescano elevato
agli
altari a furor di popolo, la "Zisa", Palazzo dei Normanni
Pantheon siciliano/ Nel pantheon dei "santi neri"
c' è anche Maria
Santissima del Tindari. Una veduta di San Giovanni degli eremiti
Le precedenti puntate
Sardegna, il giallo di 3000 anni fa (1 agosto)
La Cartagine sarda (6 agosto)
La vera storia della Magna Grecia (11 agosto)
I segreti della sacra Dion (14 agosto)
Appia, la regina di pietra (18 agosto)
La biblioteca d' Alessandria (22 agosto)
Dimenticate Venezia (28 agosto)
Le precedenti puntate saranno disponibili su Repubblica.it da
domani
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