Gli Optional
A.A.A.Altri articoli di produzione propria
TESTATA:
REPUBBLICA
DATA:
27/02/1999
PAGINA:
24
SEZIONE:
CRONACA
OCCHIELLO:
Accordo con la Philips per portare uno show nei templi. Gli
egittologi si ribellano
TITOLO:
I turisti sfidano Ramses battaglia ad Abu Simbel "E' una
catastrofe, questo sfregio non si può fare. E' come trasformare
Fontana di Trevi in un laghetto per la pesca sportiva..."
AUTORE:
dal nostro inviato SERGIO FRAU
TESTO:
IL CAIRO - Christiane Desroches Noblecourt, l' egittologa che
40
anni fa si adoperò per salvarli, promette battaglia:
"E' una
catastrofe: questo sfregio ai templi di Abu Simbel non si può
fare. E' una follia sulla quale anche gli egiziani devono
riflettere meglio". E il suo collega italiano Sergio Donadoni
s'
infiamma: "Suoni & luci lì? Con seicento poltrone
fisse? Povero
Ramses... Non ci posso credere. Questa smania di far soldi su
tutto... Come trasformare in laghetto per la pesca sportiva
Fontana di Trevi". Persino l' Unesco non ne sapeva ancora
niente,
ma- ora che sa- giura che interverrà. Il direttore generale
della
Lista per il Patrimonio, Mounir Beoushenaki: "E' un progetto
deplorevole: l' Egitto ha con noi una convenzione che lo obbliga
a
sottoporci i progetti per i luoghi di interesse mondiale".
Eppure, ieri sera, sembrava una festa... Una strana festa nella
Sala dei Cristalli al secondo piano del Nile Hilton dove di
solito
si brinda ai matrimoni di chi se lo può permettere. Quasi
tutti
uomini però, e in abito scuro, gli invitati: la nomenklatura
cultural- turistica cairota, un centinaio di notabili che si
salutava alla dorotea con baci e abbracci che nascondono rivalità
vecchie di anni. Che fosse invece un funerale, lo si è
capito
subito dopo. Il funerale sacrilego di uno dei posti più
belli del
mondo: "Suoni e luci ad Abu Simbel" recitava il cartello
all'
ingresso della sala. Dentro si celebrava con discorsetti
manageriali supportati da diapositive l' accordo raggiunto tra
la
società Suoni & Luci (proprietà dello Stato
egiziano) e la
Philips. In un' ora si è delineato il progetto che da
giugno
dovrebbe cambiare tutto davanti ai due templi di Ramses ad Abu
Simbel, 260 chilometri a sud di Assuan, sul lago Nasser: quattro
o
seicento poltrone e una costruzione per proiettori e computer,
il
tutto piazzato nella piccola spianata proprio lì davanti,
tra i
colossi di Ramses II e l' acqua del Nilo, a spezzare per sempre
quel rapporto magico che ha incantato tutti i grandi viaggiatori
che fin laggiù arrivarono (da Belzoni, a Vivant Denon,
a
Champollion....) ma che prima ancora ipnotizzò gli antichi
egiziani del 1200 prima di Cristo che, il 21 febbraio di ogni
anno
proprio dalle acque del Nilo lì davanti vedevano arrivare
in
processione, su una barca sacra, il loro Faraone. Era una specie
di Suoni & Luci d' antan, quella: proprio in quel giorno,
infatti,
il sole entrando in perpendicolare nella cavità del tempio
grande
scavata nella montagna, illuminava la statua colorata del re
che
domina l' interno, creando così un gioco di sdoppiamento
del
faraone - uno ancora in acqua, l' altro benedicente da dentro
-
che bastava a lasciare annichiliti, affascinati e ubbidienti
i
sudditi fino al rito dell' anno seguente. Con seicento sedie
lì in
mezzo chi potrà più fantasticare su di un Ramses
costretto a
scavalcarle per raggiungere il suo santuario? E magia e fascino
di
Abu Simbel che fine faranno? Che tutta la storia di Abu Simbel
sia affascinante - con Ramses che lo volle proprio lì
ai confini
meridionali del suo Egitto, a far da monito ai Nubiani del Sud
sempre difficili da tener buoni e con quella sua gran moglie
Nefertari, la regina della tomba più bella, ritratta
piccolina
nella facciata del grande tempio - quelli di "Suoni &
Luci" lo
sanno bene: non a caso nello story- board del programma che
stanno
ultimando e che dovrebbe fruttare più o meno dieci milioni
a
serata (costo del biglietto 50 lire egiziane, 25 mila lire
italiane più o meno), hanno previsto non solo sequenze
della
storia d' amore tra il faraone e quella sua moglie preferita,
ma
anche sequenze dell' ormai mitico salvataggio dei due templi
dalle
acque del Lago Nasser che, nel 1956 stava per sommergerli. Li
fecero a pezzi, crearono una nuova collina, affettarono i colossi
del Faraone per spostarli più in su. Li reincastrarono,
poi, quasi
a perfezione (ora il sole entra nel tempio non più il
21 febbraio
giorno del compleanno di Ramses, ma il 22) salvando quel silenzio
intenso, lontano da tutto, che univa il luogo sacro al suo
bagnasciuga... Ormai, però Ramses - con le decine di
milioni di
libri feuilleton che Christian Jacq ci ha venduto sopra, più
di un
milione da noi - è superstar. E il business, si sa, è
business.
Così, la possibilità di arpionare una fetta di
turismo -
ridottissimo per quella strana strage nella Valle delle Regine,
nel ' 97- e farla dormire almeno una notte ad Abu Simbel, ha
fatto
abbassare la guardia agli egiziani. All' Unesco - che varò
il suo
listone del Patrimonio Mondiale proprio a partire dal salvataggio
di quei templi - chiederanno ora tutta la documentazione.
Beoushenaki: "L' Egitto ci deve molto e di solito ci ascolta.
Gli
egiziani dovranno riflettere... Studiare altri progetti meno
devastanti".
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