Gli Optional
A.A.A.Altri articoli di produzione propria
TESTATA:
REPUBBLICA
DATA:
30/09/2000
PAGINA:
38
SEZIONE:
CULTURA
TITOLO:
Cleopatra un mistero per sempre
SOMMARIO:
UNA MOSTRA A ROMA. Statue e ritratti pitture
e gioielli monete e mosaici esposti nelle sale di Palazzo
Ruspoli. Ne parlano i curatori
AUTORE:
di SERGIO FRAU
TESTO:
Roma Ci sta riprovando...
Diavolo di una donna! Vuoi vedere che stavolta ce la fa davvero
a
conquistare Roma... Strega di Iside! Ammaliatrice. Figurarsi
che è
riuscita ad affascinare persino lei... E sì che gli egittologi,
di
solito, Cleopatra la snobbano sempre un po' : troppo recente,
troppo greca, persino troppo romana... Troppo meticcia, insomma,
con tutte quelle sue civiltà che le scorrevano nelle
vene, a farle
battere forte il cuore. Poi la conosci un po' meglio, la incontri
da vicino vicino, sai che le ammazzano i figli, capisci quanto
ha
sofferto ed eccola là - ora, nelle sale di Palazzo Ruspoli
- Carla
Alfano, trent' anni di egittologia, scavi e ricerche alle spalle,
due figli grandi, che la guarda negli occhi con sguardo
imbambolato, innamorato... E che -prima di mettere nelle vetrine
i
suoi oggetti- non perde l' occasione di carezzarli, sentirli,
palpeggiarli un istante, nonostante i guanti da chirurgo che
indossa per l' allestimento. Sono 350 i reperti - alcuni anche
inediti, appena saltati fuori dal ventre di Alessandria - che
dal
12 ottobre al 25 febbraio saranno in mostra qui: statue (ritratti
di Cleopatra; altri forse di Cleopatra; e di dèi; e di
sovrani
alessandrini; e di comprimari romani del calibro di Cesare e
Augusto), ma anche pitture (pompeiane, egizie, greche) e gioielli,
cammei, monete, mosaici, ninnoli, bibelots ellenistici. Arrivano
da mezzo mondo per raccontare la tristissima storia di Cleopatra
VII, ultima regina d' Egitto, la donna che armata solo di fascino
stava per irretire Cesare. E con Cesare, Roma. E con Roma, il
mondo. Se solo le fosse andata bene... Perché, invece,
le andò
così male? Carla Alfano ci pensa un attimo, distoglie
lo sguardo
dal busto bello dei Vaticani dove si dimostra che è tutta
vera
quella storia del naso importante della Regina, e risponde con
parole pesate: "Era troppo moderna per quegli anni. E troppo
donna
per Roma". In che senso? "I Romani non erano abituati
a donne come
lei: otto lingue parlate a perfezione, una mente politica
eccezionale, una capacità di girare il mondo con uno
staff di
sapienti e consiglieri al seguito, in grado di supportarla in
qualsiasi problema dovesse risolvere. La Biblioteca giù
ad
Alessandria per ogni dubbio. Arriva a Roma, Cleopatra, e si
piazza
a casa di Cesare, spingendone la moglie all' angolo. Riceve.
Corteggia. Irretisce. E il lusso, le raffinatezze d' Oriente,
e la
cultura, e i racconti... E che racconti! Le vacanze a Rodi,
i
viaggi a Cipro, la leggendaria crociera d' amore sul Nilo dove
incanta Cesare. E, poi, però, anche splendida ospite:
seduta a
tavola con gli uomini, alla pari, all' egiziana...". All'
egiziana? "E sì, da sempre in Egitto le donne erano
davvero pari
agli uomini. Fonti e iscrizioni ci raccontano bene scene di
quei
matrimoni: ce li fanno vedere dipinti, marito e moglie seduti
fianco a fianco a tavola o ad accarezzare le loro creature,
quando
va bene; ma anche quando va male: che litigano davanti a un
giudice per separarsi. Il divorzio poteva essere richiesto da
entrambi...". Ma Cleopatra era più greca o più
egiziana?
"Cleopatra è un miracolo meticcio! Il meglio, la
sintesi di tutto
quel che l' aveva preceduta. La più intelligente dei
Tolomei, ma
anche un vera faraona come non se ne vedevano più da
secoli".
Migliore anche dei primi due Tolomei? "Solo con loro ci
può essere
un confronto. Bisogna però tener presente che sia Tolomeo
I, il
Salvatore, che suo figlio Tolomeo II, l' Amante della Pace,
erano
stati potenziati dalle idee di Aristotetele, prima; dalle
megalomanie realistiche di Alessandro il Visionario, poi. Lei
invece spuntò fuori, a sopresa, dopo decine di Tolomei
mezzi
marci, mezzi scemi, rovinati geneticamente dalla consanguineità
per via di quella loro mania di sposarsi solo tra fratelli".
Ma
più greca o più egizia? "Andiamo nella sala
qui a fianco. Questa
sezione l' abbiamo allestita apposta per dimostrare la
schizofrenia dei Tolomei: il primo colpo d' occhio deve stupire.
Dovrà sembrare roba diversissima: poi, invece, guardando
meglio, i
visitatori si accorgeranno che questi busti, queste statue
raffigurano sempre gli stessi Tolomei ma ritratti sia all'
egiziana (con tanto di simboli dinastici) che alla greca (come
la
tradizione classica infiammata dall' ellenismo imponeva). Loro
erano così: doppi. Certo, quel virus egizio di essere
sovrani ma
anche dèi, li aveva contagiati assai. E saranno proprio
loro a
trasmetterlo a Roma" Prego? "L' Egitto a Roma mica
si è
materializzato soltanto con il maestoso tempio romano di Iside
(quello proprio accanto al Pantheon che presentiamo in mostra)
o
con quello di Serapide, lo Zeus alessandrino (poco più
in là,
sotto il Quirinale), o con le decine e decine di altri Isei
sparsi
per l' Italia... No! Il vero contagio l' hanno ricevuto Cesare
e,
paradossalmente, Ottaviano il grande nemico di Cleopatra: proprio
lui che agita di continuo il pericolo egizio. Poi, però-
quando
torna vittorioso dopo la battaglia navale di Azio contro la
flotta
di Cleopatra e Antonio - non solo mette nel Foro una statua
di
Cesare come fosse un dio (per creare un precedente a suo
vantaggio), ma si ribattezza Augusto, si fa imperatore, diventa
egli stesso dio. La Sindrome del Faraone, insomma, che prenderà
poi gli imperatori suoi successori. Vero Claudio?". (Claudio
è
Claudio Parisi Presicce, lo studioso quarantenne dei Musei
Capitolini che, con la Alfano, cura la parte romana della mostra,
ovvero l' Egitto reinventato qui. La sezione dedicata a Cleopatra
che si snoderà soprattutto al pianoterra ha, invece,
la regia
accurata di Susan Walker del British Museum e la scenografia
di
Ezio Frigerio che ha deciso di stupire con effetti davvero
speciali: chi entra, stavolta, non troverà più
il solito Kitsch
alla Memmo - quell' originalissimo pateracchio estetico tra
museo
delle cere e Meo Patacca - con cui il padrone di casa di Palazzo
Ruspoli è sempre riuscito a segnare ogni bella mostra
che
approdava qui. Stavolta è Superkitsch, ma d' autore:
Frigerio,
infatti - con oro, tendaggi e colonne a profusione - cita e
rilancia il Kitsch dell' architettura egittomane, sia quella
pompier ottocentesca, che quella Déco dei cinema e degli
albergoni
Anni Trenta, sia quella dei set nei peplum del ' 60. Dice, dunque,
Claudio:) "Paura e attrazione: questo provò Roma
per Cleopatra.
Quel suo carisma antico metteva a disagio romani come Marco
Emilio
Lepido, o Crasso, gente catoniana ancora legata alla terra.
E
anche l' autocelebrazione di Ottaviano- Augusto (così
tipica e
così nuova per Roma) ha, certo, una matrice egizia. Non
solo:
nell' Orologium Augusti del Campo Marzio ci sono iscrizioni
in
greco e si parla di venti efesi che sono quelli d' Egitto: tutte
riprove del fascino subito dall' imperatore che le fu sempre
nemico e che tanto contribuì a criminalizzarla presso
l' opinione
pubblica romana". E a un certo punto, nell' intervista,
i due
curatori italiani prendono le parti dei popoli di cui sono
specialisti. Parisi Presicce per parlare di come, tutto sommato,
fosse rude e ancora abbastanza rozzo, e facile da abbacinare
il
Romano di quegli anni Quaranta prima di Cristo, Cesare per primo.
E Carla Alfano, invece, per raccontare non solo di come - arrivata
Cleopatra nella capitale - le matrone cominciarono a pettinarsi
all' egiziana (abbandonando finalmente quella bananona che avevano
tenuto ferma sulla fronte per anni), e anche per scorticar via
con
passione dalla povera regina tutti gli strati di maldicenza
sotto
cui i secoli - fino a Dante e alla sua Cleopatràs Lussuriosa
- l'
hanno sepolta. "Per sua fortuna" dice "sia Plutarco,
che
Shakespeare (che su Plutarco si è basato per il suo Antonio
e
Cleopatra), si tennero fuori dalla sarabanda di cattiverie su
di
lei, restituendocela come era: un gigante sconfitto, eppure
mai
conquistato. Quella sua morte accesa di dignità ne ha
fatto un
mito invincibile: figurarsi che, pur di tranquilizzare Roma,
Ottaviano Augusto distrusse le sue effigi dappertutto, ne sterminò
i figli, ma comunque dovette costruire (ed esibire in una
processione- trionfo) una statua che la raffigurava cadavere.
Roma, morta lei, poteva finalmente crescere tranquilla, a
dismisura".
DIDASCALIA:
Lucerna con caricatura di Cleopatra
(80-40 a.C.);
ritratto marmoreo della regina egiziana (50-30
a.C.)
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