Gli Optional
A.A.A.Altri articoli di produzione propria
TESTATA:
REPUBBLICA
DATA:
29/08/2000
PAGINA:
25
SEZIONE:
CRONACA
OCCHIELLO:
Nato in una grotta, morto a trentatré anni, risorto e
asceso al
cielo. Ma non era il Messia: e fu fatto sparire
TITOLO:
La strana sorte di Mithra il dio sosia di Gesù Cristo
SOMMARIO:
Un culto arrivato dall' Oriente e che si diffuse nella Roma
imperiale. Con riti molto simili al cristianesimo: dal battesimo
alla comunione alla stretta di mano. A venerarlo furono intere
legioni di soldati, ai quali prometteva la vita eterna. Ma alla
fine i fedeli vennero perseguitati e le loro cripte sepolte
sotto
le chiese
AUTORE:
di SERGIO FRAU
TESTO:
OSTIA ANTICA - Anche Padre Ruggero è d' accordo... Fosse
un esame
sarebbe una trappola: "Qual è il dio che, nato in
una grotta d'
Oriente, muore a 33 anni, ascende al cielo per risorgere a vita
eterna, creando un culto che si diffonderà nella Roma
imperiale?".
Uno che fa? Spara sicuro: "Gesù Cristo!". E
sbaglia. O, almeno, se
l' altro invece dice: "No: Mithra!", ha ragione anche
lui. Certo,
le somiglianze tra quei due nuovi dèi che affascinarono
Roma nei
primi tre secoli dopo Cristo, sono davvero inquietanti. Oddio,
Cristo nuovo lo era davvero... Mithra no: era già nato
almeno da
14 secoli. Anche lui in una grotta. E anche lui la notte tra
il 24
e il 25 dicembre. Anzi, proprio questa data del 24 dicembre
(quando il sole, dopo il solstizio d' inverno, comincia a crescere
di nuovo nel cielo), appartenne prima a Mithra che al nostro
Natale. Sol invictus era, infatti, il suo appellativo e spesso
-
quando non ha il berretto frigio in testa - allora i suoi boccoli
sono contornati dall' aureola di raggi che, poi negli ultimi
2000
anni è passata di testa in testa a far più sacri
Santi, Cristi e
Madonne. Sbarcò qui a Ostia, il monoteismo di Mithra?
O,
piuttosto, giù al porto grande di Pozzuoli dove era già
attraccata
Iside, con il grano di Alessandria? Le date indicano Pozzuoli:
sarebbe arrivato con quei pirati cilici, terrore dei mari, che
Pompeo aveva sconfitto nel 67 avanti Cristo e deportato in massa
a
Roma a far da braccia sulle sue navi. Era Pozzuoli, allora,
il
porto più importante; Ostia nacque circa un secolo dopo.
Ma è alla
foce del Tevere, che Mithra trionfò. Seduceva, convertiva
e - dopo
un percorso iniziatico in sette tappe - battezzava ciurme e
mercanti di ogni dove, promettendo salvezza eterna. Fosse girata
appena appena in altro modo la Storia, saremmo tutti qui a
celebrare i suoi di Anni Santi. Sarebbe bastato un imperatore
invece di un altro: tipo Giuliano l' Apostata che muore di
vecchiaia e ce la fa a ripristinare gli dèi pagani; o
Massenzio
che batte Costantino... Vinse Cristo, invece, ma sul filo di
lana.
Sconfitto per sempre il suo sosia: questo strano, stranissimo
Mithra... E chissà se quell' età giovanile per
morire e poi
risorgere - 33 anni - ce l' aveva già prima che ad Alessandro
il
Macedone non toccasse la stessa sorte, giù a Babilonia,
per poi
volare in cielo anche lui, grazie a dei grifoni compiacenti,
come
le leggende raccontavano ancora nel Mille. Quanto, invece, di
Alessandro ma soprattutto di Mithra finì nella costruzione
simbolica del Cristo e nelle sue liturgie? L' identikit di questo
dio prima indo-persiano, poi frigio-anatolico, è davvero
stupefacente: troppe somiglianze. Tutte coincidenze? Certo
rintracciarlo qui, adesso, con questo caldo, nei 69 ettari del
Parco archeologico di Ostia, non è semplice: venti Mitrei
- alcuni
davvero fascinosissimi, con mosaici e pitture - ma come aghi
in un
pagliaio. Farlo al sole - senza indicazioni e senza custodi
in
giro - quasi impossibile. Conviene cercarli e visitarli con
calma,
ma d' autunno quando anche il Museo, con il suo Mithra e tutto
il
Pantheon di sculture sarà finalmente a posto. Meglio
il fresco di
San Clemente a Roma, allora, adesso... Nella Chiesa-capolavoro,
al
terzo strato sottoterra, i preti irlandesi hanno trovato, dietro
un muro, un Mitreo con tanto di altare per il dio che al solito,
seppur con ripugnanza, deve scannare il toro in modo che la
Terra
e le sue messi possano rinascere. Ai lati, due banconi in
muratura; l' altare davanti all' abside, e una volta tondeggiante
a far da cielo e dominare il tutto. E' un modulo sempre simile,
quello del Mitreo: pitture o mosaici a farli belli; cento fedeli,
al massimo. Era in queste chiese sotterranee che si svolgevano
i
riti che scandivano la fede e che, solo elencarli, sembra
sacrilegio: il battesimo; il pasto sacro in comunione (pane,
acqua
e vino) a ricordo dell' ultima cena di Mithra prima di salire
al
cielo con il carro del sole; la stretta di mano tra i fedeli,
fratelli in Mithra. C' era una gerarchia tra gli iniziati: sette
i
patres che gestivano un Mitreo; uno solo, però, era il
Padre dei
Padri che, abbreviato, in alcune lapidi, appare - a sorpresa
-
come Pa.Pa., papa prima dei papi, quando i papi si chiamavano
ancora soltanto Pontefici Massimi, come gli imperatori. Se poi
ci
si appassiona, di Mitrei Roma, nel suo ventre, ne nasconde assai.
Carlo Pavia, in un suo bel libro - "Oro, incenso e Mitra",
Gangemi
editore - ne ha fatto un censimento innamorato: Santa Prisca;
il
Mitreo sotto Palazzo Barberini; quello al Circo Massimo; alle
Terme di Caracalla; nella Necropoli Vaticana... Oppure sulla
Cassia, a Sutri. Lì, tra muschi e felci, nel tufo sotto
la Chiesa
della Madonna del Parto, ce n' è uno dei più belli.
O a Marino,
sui Castelli di Roma, con pitture forti che ancora squillano.
O
lungo la Flaminia. O in giro per l' Europa: era un culto
diffusissimo tra i militari. Rubò cuore e anima a legionari
e
generali con quella sua promessa di vita eterna per chi moriva
in
battaglia dalla parte giusta. Così agli imperatori -
sia a quelli
seri come Diocleziano o Settimio Severo, che agli sciroccati
Nerone, Commodo, Caligola, Eliogabalo - questa religione d'
ordine
che per di più spronava i soldati, piaceva molto. Ovunque
siano
arrivate le legioni di Roma, arrivò anche Mithra. In
Inghilterra e
in Germania, terre da tenere in pugno con le daghe, di Mitrei
ne
sono saltati fuori a centinaia. (Non si è capito bene
ancora,
però, dove, nei Mitrei, avvenisse il taurobolio: sgozzato
il toro
- raccontano le fonti cristiane - ci si faceva cospargere dal
suo
sangue gocciolante, come rito di rinascita. Immaginarsi bestioni
come i tori, in Mitrei così piccoli, non è però
facile. Così, un
po' di mistero rimane). A Roma arrivò da lontano, Mithra.
Lontano
nel tempo e nello spazio. Racconta padre Ruggero: "Dalla
Persia,
dicono alcune incisioni ritrovate. E lo mettono fra gli dèi
di
stato della Mesopotamia intorno al 1400 prima di Cristo. Lì
- dove
si fonde anche con i culti indiani - è dio della luce,
protettore
dei patti, testimone di giuramenti, della fedeltà, della
verità.
Lo troviamo nei Veda e nell' Avesta iranico, ma anche - nel
VII,
VI secolo avanti Cristo - con Zarathustra e il suo monoteismo.
Poi
- sangue misto mediterraneo, persino nelle vene degli dei -
sembra
un po' Apollo, con il Sole sempre a fianco e il corvo lì
vicino,
animale sacro per entrambi". Ed eccolo a Roma già
quasi Cristo, ma
prima di Cristo. C' è stato un periodo in cui i due si
rubavano
fedeli l' un l' altro. Mithra, però, era un dio per soli
uomini.
Cristo, invece, chiamava anche le donne. Con i preti dei due
a
dire di continuo: "Attenti alle confusioni...". Ruggero
Iorio, che
è padre diocesano e insegna Storia antica della Chiesa
e
Archeologia cristiana, il problema se l' è posto anni
fa: quando
portava gli studenti a visitar Mitrei, facevano spesso strane
confusioni. Un po' perché i Mitrei sembrano far parte
delle Chiese
che li sovrastano; un po' perché più spiegava
e più, con tutte
queste coincidenze, le confusioni aumentavano invece di sparire.
Così ha scritto un bel libro, per Marsilio - "Mitra"-
dove ha
sintetizzato ricerche di anni: "La vera differenza tra
i due?
Mithra appartiene al mito. Cristo è Storia. Non solo:
Mithra non
può uscire dalle sue grotte, dalle sue statue. Tempio
di Cristo,
invece, è - o almeno dovrebbe essere - l' uomo. Certe
date, certe
connotazioni e liturgie di Gesù, sono stratificazioni
romane del
primo millennio. Nei secoli, divenne persino biondo e con gli
occhi azzurri... Comunque Mithra fu un dio tollerante e per
bene:
le sue somiglianze con Cristo, ormai, non devono spaventare.
Anzi:
più lo conosci, più ti affascina. Ci si affeziona,
quasi... ". Nel
suo libro padre Iorio arriva alla battaglia di Ponte Milvio.
Era
il 28 ottobre del 312. Là, Costantino, non ancora battezzato,
si
presentò contro Massenzio con le sue truppe e doppie
insegne:
croci di Cristo e simboli di Mithra, caro ai suoi soldati e
un po'
anche a lui. Vinsero insieme quei due nuovi dèi. Solo
Cristo però,
poi, trionfò. La sua religione divenne quella di Stato.
I Mitrei
vennero murati vivi sotto le prime chiese. Gli dèi del
Passato
furono maledetti. I loro fedeli perseguitati, talvolta massacrati.
O convertiti. (5/fine. Le precedenti puntate sono state pubblicate
il 31 luglio e l' 8, il 15 e il 22 agosto)
DIDASCALIA:
A sinistra, un gruppo scultoreo di Mithra conservato nel Museo
degli scavi di Ostia antica. Sotto, un' ara dedicata al Sol
invictus In alto a destra, una statuetta
di Iside
esposta
al
Museo
egizio
di Torino
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