Gli Optional
A.A.A.Altri articoli di produzione propria

TESTATA:
REPUBBLICA
DATA:
18/06/2000
PAGINA:
39
SEZIONE:
CULTURA
TITOLO:
Sangue nell' arena
SOMMARIO:
IL NUOVO MUSEO DEL GLADIATORE Intervista a Valeria Sampaolo,
direttrice della Soprintendenza alle Antichità di Capua, dove
sorgerà lo spazio museale sui "giochi" romani A suo giudizio, il
film di Ridley Scott non è affatto violento rispetto a quello
che accadde: un' ecatombe di uomini e animali uccisi con
rituali sadici Sotto Traiano in un ciclo di feste durato 123
giorni furono diecimila i lottatori in campo e undicimila le
belve Una matrona era riuscita a regalarsi una notte d' amore
con un gladiatore L' hanno trovata gli archeologi...
AUTORE:
di SERGIO FRAU
TESTO:
Santa Maria Capua Vetere Tre reazioni a caldo sui giochi
gladiatorii. La prima: "Non appena vide il sangue cadde vittima
dei suoi istinti più bassi: non solo non distolse lo sguardo, ma
si concentrò ancor più su quel che vedeva, assorbendone
inconsapevolmente l' orrore. E in lui nacque il piacere per quello
spettacolo terribile. Da quel momento fu sommerso dalla sete di
sangue". La seconda: "Nulla è più immorale dell' assiduità a
questi spettacoli. Io ne torno più cupido, più ambizioso, più
crudele, più lascivo". La terza: "Chi assiste con piacere allo
sgozzamento di un uomo - sebbene la condanna sia giusta - macchia
la propria coscienza proprio come se fosse segretamente spettatore
e complice di un omicidio". Le tre critiche non arrivano da uno
qualsiasi di quel milione e mezzo d' italiani che hanno già visto
Il gladiatore, il filmone di Ridley Scott. Questa è roba vecchia,
ma doc: Sant' Agostino il primo, Seneca il secondo, Lattanzio il
terzo. Un giudizio contemporaneo? Eccolo: "Sono ammirata dalla
leggerezza con cui il regista ha affrontato l' argomento. Non ha
ceduto affatto a compiacimenti violenti: quello che sullo schermo
si vede è la pallidissima ombra di ciò che fonti antiche e reperti
ci tramandano con certezza...". E se lo dice lei... A parlare,
infatti, è Valeria Sampaolo, direttrice della Soprintendenza alle
Antichità di Capua, che passerà tutto l' anno a dar ritocchi al
suo nuovo Museo del Gladiatore che sta sorgendo proprio accanto
all' Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, vicino a Caserta.
Proprio lì dentro Spartaco prima si esibì e da lì accese, poi,
quella rivolta che fece sognare la mezza Italia degli sfigati:
schiavi, servi, contadini strozzati dai latifondisti... Dopo un
anno - nel 72 a.C. - erano 70 mila. Una gran paura per Roma che,
mettendocela tutta, riuscì però a sconfiggerli e a farlo sapere al
mondo. Sulla via Appia infatti - tra Capua e Roma - vennero
crocefissi in seimila, a punteggiare con macabro ordine l' intero
percorso. Valeria Sampaolo che il film lo ha guardato con occhi
professionali - visto che nel futuro museo accanto ad alcuni fregi
unici al mondo, a pannelli ricostruttivi dei giochi, a reperti
saltati fuori dagli scavi in zona, terrà anche le videocassette
dello Spartacus con Kirk Douglas e di questo superpeplum superstar
di Scott - l' abbiamo coinvolta come padrona di casa della scuola
gladiatoria più famosa dell' antichità. Davvero "leggerezza",
sovrintendente? "Intendiamoci: leggero ma solo rispetto a quel che
realmente avvenne nelle centinaia di anfiteatri che Roma aveva
costruito man mano che occupava nuove terre: giocando giocando per
secoli - fino a quel divieto di Valentiniano III che nel 438 d.C.
li vietò i combattimenti ovunque - ci furono vere e proprie
ecatombi di uomini e animali, uccisi con rituali sadici tra i più
efferati mai apparsi nella storia dell' umanità. L' agonia stessa
faceva parte dello spettacolo. Scott, nel suo film, ha fatto
vedere solo lo stretto indispensabile alla storia. Nessun
compiacimento. Non si è giocato mica le pantomimae... E neppure le
venationes - le cacce - si vedono davvero...". Raccontiamole.
"Innanzitutto, però, le cifre. Meglio lasciar la parola a loro,
agli antichi. C' è Ottaviano Augusto che si vanta così: Per tre
volte ho allestito giochi in mio nome; altre cinque volte nel nome
dei miei figli o dei miei nipoti. A combattere sono stati circa
diecimila uomini. E anche: In 26 venationes furono uccise 3.500
belve africane. E sotto Traiano, durante un ciclo di feste durato
123 giorni, furono 10 mila i gladiatori in campo, 11 mila le belve
uccise. Il record è, però, di Tito: 5000 animali uccisi al
Colosseo in un solo giorno. Nelle fogne dell' Anfiteatro di Capua
abbiamo trovato ossa di elefanti, orsi, alci, leoni, tigri, bufali
africani. Da altre parti - è certo - venivano messi in scena e
massacrati ippopotami, rinoceronti, struzzi, giraffe... L' intera
Africa del Nord in quei secoli venne spogliata di tutte le sue
bestie". Ma questi spettacoli come avvenivano? "Si sapeva tutto
dalle locandine, i libelli munerari. Gli animali comparivano
soprattutto nelle cacce e nelle pantomime della mattina. Ma mica
come nel film, con le tigri legate a far da sfondo... Sbucavano
fuori all' improvviso a decine, tutte insieme. Finiva sempre male
sia per loro che per chi, con una daga o solo con le frecce,
avrebbe dovuto batterle. Un bel libro di qualche anno fa - Panem
et circenses di Carl W. Weber - ricostruisce anche i combattimenti
fatti solo tra animali, aizzati a bella posta: tra tigri e leoni,
tra orsi e tori legati insieme fin quando uno dei due moriva, tra
elefanti e tori... Weber racconta anche che un brivido di piacere
e raccapriccio percorreva le gradinate se una bestia gravida, già
ferita a morte, partoriva nell' arena. Ancora più grottesche le
pantomime con uomini e bestie: erano miti ma senza lieto fine. Un
malcapitato - di solito un criminale condannato a morte - era
costretto a impersonare il ruolo di Orfeo che, con la lira,
avrebbe dovuto incantare le fiere le quali, però, ignare del
copione finivano sempre per sbranarlo. Altri erano costretti a
interpretare il ruolo di Prometeo legati nell' arena: solo che a
mangiargli il fegato, e pezzi di corpo uno via l' altro, spesso
era un orso. Ad altri ancora toccava il ruolo di Muzio Scevola,
bruciati in scena un po' per volta. Per non parlare dei voli di
Icaro con sfracellamenti finali sempre garantiti". Ma i
gladiatori... "Mai prima di mezzogiorno: dopo le belve, la sfilata
dei gladiatori in programma, ognuno acconciato secondo la sua
specialità (reti, daghe, spadoni, pugnali...); poi la prolusio, il
finto combattimento per scaldarsi i muscoli che vide la
partecipazione speciale di Commodo ai tempi suoi; poi la tromba
che dava il via ai primi giochi veri e propri fino all' ora di
pranzo". Intervallo, a quel punto? "Neanche per sogno: sgombrato
il campo dagli sconfitti, dopo essersi accertati con un ferro
rovente che fossero morti davvero, l' intermezzo prima della
ripresa del pomeriggio veniva riempito dalla oplomachia". Cioè?
"Letteralmente combattimento armato. In realtà solo uno era
armato, l' altro no. Appena il primo aveva ucciso il secondo,
veniva a sua volta disarmato per diventare vittima di un nuovo
gladiatore attrezzato di tutto punto. E così via, per ore. Il
sangue, così, non si fermava mai". Ma al museo come riuscirà a far
capire questi ritmi di morte? "Abbiamo già ricostruito il modello
dell' anfiteatro com' era prima che, con gli Svevi, nel 1200,
diventasse la grande cava per costruire la nuova Capua. Chi viene
da noi potrà però vedere i sotterranei dove bestie e gladiatori
venivano tenuti prima dello spettacolo. Altre strutture importanti
sono sotto la piazza ma chissà quando potremo scavare lì... Anche
i pezzi d' arte che esporremo - enormi bassorilievi di marmo
bianco con scene di circo - aiuteranno a capire. Per le armi che
venivano usate, invece, bisognerà fare un salto all' Archeologico
di Napoli: qui non ne abbiamo trovate, lì invece entro qualche
mese saranno pronte le nuove sale in cui verranno esposte lance,
picche, daghe, elmi corazze... Tutta roba magnifica trovata a
Pompei anni fa, conservata a perfezione come solo la pomice del
Vesuvio seppe fare. Proprio a Pompei l' eruzione ha immortalato in
una terribile istantanea anche una scena abbastanza abituale che
nel film di Scott non è neppure accennata". Cioè? "Una matrona
tutta ingioiellata, ben vestita che - probabilmente allungando
qualche sesterzio ai guardiani - era riuscita a regalarsi una
notte d' amore con un gladiatore chiuso lì. La trovarono con lui
gli archeologi - in una saletta proprio dietro la palestra delle
esercitazioni - svergognata per l' eternità".
DIDASCALIA:
Una scena del "Gladiatore" di Ridley Scott A sinistra l'
Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere vicino a Caserta A destra
Kirk Douglas in "Spartacus" L' imperatore Traiano Un affresco di
Pompei
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